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Giovedì 31 Gennaio 2019 12:59

I tempi dell'incendio

22.30-22.45

Alcuni detenuti dei blocchi maschili, che guardano sul blocco femminile, avvisano gli agenti che c'è un incendio al blocco femminile. Non si dà peso alle loro affermazioni

23.00 Le detenute danno l'allarme quando già le fiamme invadono alcune celle della sezione «A» e della sezione Penale. Le vigilatrici non hanno disposizioni, reagiscono individualmente, strette tra regolamento e buon senso. Si perde tempo, per andare a prendere le chiavi, per chiamare aiuto, per chiedere disposizioni
23.00-23.30

Nella sezione «A» qualche cella viene aperta dalla vigilatrice, aiutata da alcune detenute; al Penale, una sola cella viene aperta dalla vigilatrice di turno, con più ritardo. Le altre donne della «A» e del Penale, nonché tutte le donne del Nido e della sezione «B» rimangono chiuse almeno fino alle 24.00.
Intanto, alcune detenute scorgono del fumo, più chiaro, sui tetti del nido ed in fondo alla sezione «B».
Nel cortile sottostante, dove sono accatastati i materassi, alcuni agenti tentano di mettere in funzione gli idranti: i bocchettoni delle pompe hanno filettature incompatibili con quelle delle prese d'acqua. Non una goccia esce dagli idranti.
Non saltano fuori, ancora, le maschere antigas, e gli agenti danno consigli dall'esterno e dicono che non possono entrare. Gli agenti dall'altro lato del braccio, quello verso le caserme, paiono non rendersi conto dell'accaduto.
Sono intanto scattati i meccanismi antisommossa, rinforzata la guardia, è arrivato un elicottero

23.19

Solo ora vengono avvisati i Vigili del fuoco (notizia presa dai giornali)

23.25 circa

Arrivo dei pompieri: avvisati solo pochi minuti prima, arrivano 40 minuti (o 55 minuti, dal primissimo avviso) dal primo allarme, e a 25 dal secondo allarme, quello del femminile.
Alcuni detenuti del maschile (centro clinico) affermano ‑ e chiedono di essere sentiti dal magistrato ‑ che i mezzi dei Vigili del fuoco sono stati trattenuti ai cancelli

23.30-24.00 Entrano in funzione le pompe dei Vigili del fuoco che spazzano la struttura dall'esterno. All'interno, tutto si è già compiuto
24.00-00.30

(Qualcuna dice anche le ore 1.00), vengono aperte le celle delle sezioni, poste in salvo le donne ferite, trasportati i corpi di quelle decedute.
La sezione «A» viene aperta dai Vigili del fuoco, come la sezione «B», poco più tardi; il Penale viene aperto inizialmente da un solo agente munito di maschera antigas

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I nostri obiettivi

L'Associazione «3 Giugno», costituita a Torino per iniziativa delle detenute del braccio femminile della Casa Circondariale Le Vallette, dopo il tragico incendio che costò la vita ad otto di loro e a due vigilatrici, ha tra le sue finalità quella di «attivarsi affinché vengano riconosciuti e concretamente rispettati in ogni situazione i diritti umani e civili di chi è detenuto/a, in primo luogo l'incolumità, l'integrità e la dignità della persona». La consapevolezza che i limiti ai diritti della persona sono imputabili alle logiche dell'istituzione totale, la quale ha sedimentato una propria «gerarchia di valori» autonoma e separata, porta ad identificare nella extraterritorialità del carcere il nodo da sciogliere perché la rivendicazione di diritti inalienabili non si esaurisca in una battaglia formale e dunque perdente. La stessa Amministrazione Penitenziaria, negli ultimi anni, ha dimostrato la sua disponibilità ad aprire il carcere alla città, ma troppo raramente, ancora, la società esterna si assume una quota di responsabilità reale, ridimensionando la tradizionale delega riconosciuta all'Amministrazione Penitenziaria. L'Associazione mira a proporre un terreno di intervento responsabile e concreto non solo e non tanto alle istituzioni del governo locale, che già ne sono, con vario esito, investite, quanto a tutte quelle figure sociali che hanno saperi e professionalità da investire per la sicurezza, la salute, la formazione, i diritti civili ed il reinserimento di chi è detenuto/a. Investire questa ricchezza di conoscenza e questa pluralità di «punti di osservazione» sul carcere, può significare ristabilire anche al suo interno una scala di valori non più separata ma appartenente alla società intera e capace di tradurre i diritti fondamentali della persona nella quotidianità del carcere:

  • sul diritto all'incolumità e alla sicurezza per chi è detenuto/a:
    • riaprire un'analisi critica delle scelte urbanistiche e delle architetture dei complessi carcerari; una verifica dell'idoneità delle strutture allo spirito delle riforme e una verifica dell'idoneità dei materiali usati rispetto al criterio di sicurezza per le persone;
  • sul diritto alla salute e all'efficienza del servizio sanitario:
    • una ripresa del dibattito e dell'iniziativa attorno al rapporto, assai critico, con il servizio sanitario sul territorio, attorno alla prevenzione, nonché attorno al trattamento della tossicodipendenza e dell'AIDS in carcere;
  • sul diritto allo studio e alla formazione:
    • per un'ulteriore spinta verso l'apertura del carcere a circuiti culturali e formativi non ghettizzanti, adeguati alle richieste di reinserimento lavorativo dei detenuti;
  • sul diritto al lavoro e all'associazionismo sindacale:
    • per lo sviluppo di ipotesi di reinserimento e di forme di incentivazioni; per una concezione del lavoro non disciplinare-trattamentale ma che miri all'autonomia e alla valorizzazione di ognuno/a; per un'organizzazione del tempo nelle pene alternative che rispetti le esigenze della persona;
  • sul diritto all'integrità, all'interezza, alla dignità della persona:
    • in ordine al rispetto dell'inviolabilità del corpo di chi è detenuto/a, al diritto all'affettività e alla sessualità, alla maternità, alla paternità, ai rapporti affettivi non normati, alla comunicazione con l'ambiente sociale esterno;
  • sul diritto di cittadinanza in generale:
    • per i diritti delle minoranze e degli stranieri;
  • sul diritto alla trasparenza dell'istituzione:
    • sulle norme delle prassi burocratiche e decisionali che determinano la vita di chi è detenuto/a; sul diritto all'informazione sui propri diritti e sulla propria situazione.

Su tutto questo chiediamo la disponibilità di quanti hanno saperi e professionalità non solo per riempire un «di meno», un’arretratezza, ma per produrre analisi e progetti, parziali e concreti, capaci di mutare una cultura ed un’istituzione.

Associazione «3 Giugno» Torino

giugno 1989, Le Nuove

Associazione «3 Giugno», c/o Gruppo Abele, via Giolitti 21, 10123 Torino, tel. (011) 8395442

 

Uno degli obiettivi dell’«Associazione 3 Giugno» è stato quello di portare avanti e sostenere l’iter giudiziario alla ricerca di una verità processuale sulle cause e le responsabilità della morte di 11 donne. Un percorso che si è avvalso del contributo prezioso di Bianca Guidetti Serra e di altri legali, di esperti di sicurezza, di tanti cittadini e cittadine sensibili ai temi del carcere e dei diritti di chi è detenuto.

Dopo 3 anni, l’esito è stato deludente: nessuna responsabilità è stata accertata. Ma la lettura del dispositivo è inquietante: una lunga lista di inadempienze, mancanze, misure e impianti inefficaci, che a nostra parere, e ancora 30 anni dopo, clamorosamente stridono con le conclusioni dei giudici.

Leggi la sentenza di primo grado.

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Mercoledì 07 Marzo 2018 09:35

Io voto LiberAzioni

Amic​he e amici di Sapereplurale, lo scorso anno  il progetto Liberazioni ha dato vita a una straordinaria occasione per un nuovo rapporto tra il carcere Lorusso e Cutugno di Torino e il "suo quartiere", Le Vallette, e ha offerto  a giovani under35, liberi/e  e detenuti/e, un luogo per esprimere e condividere la propria creatività, a favore di una cultura democratica e non vendicativa della pena.

Quest'anno vogliamo rilanciare e fare di più e meglio! 

Con i nostri partner e con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema​, capofila del progetto​ LiberAzioni, il festival delle arti dentro e fuori dal carcere concorre al bando AxTO che prevede una fase di voto popolare.

Per questo vi chiediamo di sostenere il nostro progetto con un semplice clic!

Votare è semplice, basta seguire questi cinque semplici step.

  1. MI REGISTRO all’indirizzo https://torino.liquidfeedback.net/wegovnow/register.html
  2. CONFERMO la registrazione con la mail fornita precedentemente
  3. ACCEDO al mio account tramite l’indirizzo https://torino.liquidfeedback
  4. CERCO il progetto nella posizione 54 https://torino.liquidfeedback.net/initiative/show/54.html
  5. VOTO cliccando il progetto LiberAzioni

Dateci il vostro voto!​ Potete farlo fino al 23 marzo, grazie.

LiberAzioniFest è un progetto promosso dall'Associazione Museo Nazionale del Cinema in partnership con Quinto Polo, Videocommunity, SocietàINformazione, Antigone Piemonte, Eta Beta e Sapereplurale

Scarica le semplici istruzioni in formato pdf

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Numero speciale di Letter@21, rivista del carcere di Torino, con i racconti finalisti di LiberAzioni – Festival delle arti dentro e fuori dal carcere.

Diciotto racconti brevi scritti da persone con problemi di giustizia. Storie tra dentro e fuori dove le parole, l’immaginazione e la creatività diventano una possibilità per oltrepassare le alte mura di un carcere, dove la scrittura permette di raccontare e conoscere un luogo “altro” lontano da stereotipi, pregiudizi e luoghi comuni.

LiberAzioni promuove la creatività giovanile attorno al tema del carcere e della pena. Il progetto ha promosso, in settembre, una tre giorni di festival delle arti sul, dal e nel carcere, ospitando film, fotografia e scrittura sia dentro il carcere sia sul territorio.

SaperePlurale ha curato il bando di scrittura di racconti brevi Storie tra dentro e fuori, dedicato a persone detenute under35. Sono pervenuti racconti da tutta Italia, sono stati 18 i finalisti selezionati, 3 i premiati e 2 le menzioni speciali.

Scarica il numero speciale di Letter@21

Visita il sito di Letter@21

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Mercoledì 22 novembre 2017 ore 21.00
Circolo dei lettori, Via Bogino 9, Torino

Presentazione del numero speciale di Letter@21, rivista del carcere di Torino, con i racconti finalisti di LiberAzioni – Festival delle arti dentro e fuori dal carcere.

LiberAzioni promuove la creatività giovanile attorno al tema del carcere e della pena. Il progetto ha promosso, in settembre, una tre giorni di festival delle arti sul, dal e nel carcere, ospitando film, fotografia e scrittura sia dentro il carcere sia sul territorio.

SaperePlurale ha curato il bando di scrittura di racconti brevi Storie tra dentro e fuori, dedicato a persone detenute under35. Sono pervenuti racconti da tutta Italia, sono stati 18 i finalisti selezionati, 3 i premiati e 2 le menzioni speciali. Esce ora la pubblicazione dei racconti a cura di Letter@21, il giornale del carcere di Torino sostenuto dalla Cooperativa Etabeta.

Ne dialogano: Monica Cristina Gallo, garante dei diritti dei detenuti della Città di Torino; On. Bruno Mellano, garante delle persone detenute della Regione Piemonte; Valentina Noya, coordinatrice del progetto LiberAzioni; Susanna Ronconi, Associazione Sapereplurale.
Modera: Paolo Girola, direttore Letter@21.

Diciotto racconti brevi scritti da persone con problemi di giustizia. Storie tra dentro e fuori dove le parole, l’immaginazione e la creatività diventano una possibilità per oltrepassare le alte mura di un carcere, dove la scrittura permette di raccontare e conoscere un luogo “altro” lontano da stereotipi, pregiudizi e luoghi comuni.

Ingresso libero

Leggi di più sul progetto

Visita il sito di Letter@21

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